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Ritiro veicolo a fine vita

Le procedure di fine vita di un veicolo

L’acquisto di un nuovo veicolo è sempre un momento di estrema euforia. Molto spesso però, per ogni auto acquistata, ce n’è una che ha smesso di fare il suo dovere. Tuttavia, quando la vettura perde totalmente la sua funzionalità, senza alcun tipo di speranza riguardo la riparazione, è bene sostituirla con una nuova e funzionante. La domanda che sorge spontanea, quando ci si trova in questo particolare tipo di situazione è: cosa fare con il vecchio veicolo? Quali sono le procedure da attuare in caso di fine vita dell’auto? La risposta è tutt’altro che complessa, ma occorre essere consapevoli che esistono delle regole ferree che prescrivono un determinato tipo di comportamento. Analizziamo nel dettaglio di cosa si tratta.

In origine

In passato, nel momento in cui l’auto smetteva di funzionare e risultava inutile qualsiasi tipo di riparazione, la prassi da rispettare era essenzialmente una. Bastava rivolgersi a ditte specializzate in materia, prenotando il ritiro del mezzo. In tale sede era opportuno consegnare ai professionisti tutti i documenti relativi all’automobile, compresi carta di circolazione e certificato di proprietà. A quel punto, effettuato il ritiro, il veicolo a fine vita subiva un definitivo processo di demolizione, a cui seguiva il rilascio, da parte dell’azienda, di un apposito certificato. A differenza della distruzione fisica, con la rottamazione, invece, si era soliti salvare i pezzi dell’auto in buono stato, per riutilizzarli come oggetti di ricambio.

Ecosostenibilità

Con il passare del tempo e la crescente attenzione dei governi nazionali per i problemi legati alla tutela dell’ambiente, i procedimenti in questione si sono, però, rivelati obsoleti. Si è posto l’accento sul fatto che il cosiddetto car fluff, ovvero il materiale di scarto generato dalla distruzione dei veicoli, andasse ad alimentare le discariche dislocate nel paese, contribuendo in misura considerevole all’allarmante accumulo di plastica, vetro e gomma. L’Europa ha intercettato questo preoccupante problema ed ha cercato di porvi rimedio attraverso una serie di atti volti a regolamentare la materia, coinvolgendo anche i produttori auto. Questi sono, infatti, obbligati per legge a procedere al ritiro del veicolo, servendosi di centri di raccolta appositamente creati. Oltre a questo, entro la data di sei mesi dall’immissione sul mercato di un determinato tipo di automobile, gli impianti di trattamento dovranno essere forniti di apposite e dettagliate informazioni circa la demolizione della vettura, compresi gli indici identificativi di tutti i componenti e materiali che possono essere riciclati o recuperati.

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